mercoledì 13 giugno 2012

Consumo d'acqua, colpi di calore e insolazioni

Ciao a tutti,
dato che a breve entreremo nel pieno dell'estate, con le consuete temperature sopra i 30° pronte ad ardere il suolo Italico, parleremo del consumo d'acqua standard di un essere umano, dei colpi di calore e delle insolazioni.


Anche su questi temi, il softair finisce con il diventare uno sport piuttosto anomalo, in cui è davvero difficile trovare "la quadratura del cerchio".
Grazie a Dio, diverse ore di gioco vengono praticate nella prima mattinata e i boschi spesso offrono un po' di frescura con i loro alberi.
Ma... esistono le 24 ore, o le gare in territori ricoperti da sola sterpaglia, dove il sole picchia impietoso, spaccando le pietre (come dicono al sud) o il culo ai passeri (come dicono al nord).
Non dimentichiamoci poi, in caso di 24 ore, le forti escursioni termiche nelle zone montuose...
Tutto qui? Ovviamente no! Perché tutti noi indossiamo mimetiche, zaini, camel, ASG, caricatori... insomma sembra il mix perfetto per condannare un essere umano allo sfinimento!


Cosa fare quindi per difendersi da quest'inferno?
A parte abbandonare il fucile in cantina fino all'arrivo del prossimo autunno, si può cercare rimedio a questi inconvenienti, tenendo bene a mente piccoli accorgimenti.


Innanzitutto, regolando il consumo di acqua personale; un maschio adulto possiede circa il 60% di acqua nel corpo e dovrebbe bere almeno 1,5 litri al giorno. Con un'attività fisica intensa, l'abbeveraggio ovviamente deve aumentare per sopperire alla straordinaria perdita di liquidi. Come? Facendo attenzione a bere prima, durante e al termine dell'attività fisica. Nel caso del softair, in cui a causa dell'attrezzatura che si indossa, si soffre di forte sudorazione, è anche fondamentale miscelare l'acqua con dei sali minerali e ingerire piccole dosi carboidrati (non troppi, perché per la digestione dei carboidrati, l'apparato digerente sfrutta molta acqua e rischiereste di avere l'effetto inverso a quello desiderato).
Cosa comporta una mancanza d'acqua nell'organismo? 
La sola perdita del 2% di acqua, comporta un'aumento della temperatura corporea con conseguenti prestazioni sportive negative del soggetto.
Se la perdita raggiunge il 5%, aumenta il rischio di crampi e il livello della prestazione sportiva crolla inesorabilmente.
Oltre il 5%, si rischiano ipertermia e colpi di calore.
Quanta acqua devo portarmi in spalla quindi?
Come quasi sempre ci sentiamo ripetere in questo sport, la risposta è: "dipende".
Dipende da voi, se sudate come i maiali, se siete abituati a bere tanto, se siete allenati o in sovrappeso.
Dipende dal luogo in cui giocate; vento ed umidità favoriscono la sudorazione. Marciare in territorio montuoso, è diverso rispetto al marciare in pianura, come è diverso dal guadare le paludi.
La soluzione più logica sarebbe guardare e imparare da chi ha più esperienza di voi e magari eccedere leggermente nel quantitativo d'acqua alle prime uscite, per poi regolarvi sottraendo ciò che effettivamente è di troppo.
ATTENZIONE: i soggetti in sovrappeso, contengono meno acqua nel loro organismo e soffrono spesso di una sudorazione più accentuata, di conseguenza corrono maggiori rischi.
E' anche importante ricordare di bere a piccoli sorsi, possibilmente delle bevande non troppo fredde, per non causare blocchi intestinali.
Infine, quando si beve durante i combat, cercate di farlo durante le fasi più blande di gioco, onde evitare rigurgiti... Sembrano baggianate ma il softgunner che lascia la camel in freezer tutta la notte per sorseggiare ghiaccio tritato durante i game è sempre dietro l'angolo!


Purtroppo però, il colpo di calore (ipertermia) può sempre capitare! Io per primo, addirittura nel mese di febbraio, in una domenica abbastanza mite, sono stato vittima di un colpo di calore... Figuriamoci d'estate.
Quali sono i sintomi? 
Ovviamente si avvertono ondate di caldo insopportabili, accompagnate da nausea e mal di testa o stordimento; vi sentirete stranamente stanchi e probabilmente verrete bloccati dai crampi.
Cosa fare se qualcuno crolla per un colpo di calore? 
Cercategli un posto all'ombra e liberatelo dall'attrezzatura, cercando così di favorire la ventilazione e quindi l'abbassamento della temperatura corporea; bagnate piedi, mani, polsi e orecchie, spesso considerati "termometro" del copro umano. Va bene anche un panno bagnato sulle spalle. Somministrate infine piccole dosi d'acqua o di integratori.
Quali precauzioni prendere?
Escludendo il "non giocare" nei giorni afosi, è consigliabile evitare gli alcolici nelle ore precedenti ai game e possibilmente non abusare di bevande ricche di caffeina e teina, dato che favoriscono la sudorazione. Inutile dirlo, fate attenzione ai tessuti che indossate ed evitate di trascinarvi dietro il superfluo.


Altro inconveniente estivo e debilitante, è l'insolazione. Essa si verifica soprattutto esponendo per lungo tempo e nelle ore più calde della giornata la vostra testolina al sole. Berretti e bandane possono aiutare parecchio il giocatore, anche se spesso le conseguenze di tale "malattia" si riscontrano a fine game, una volta tornati a casa. Ovviamente, è sempre meglio premunirsi ed evitare di farsi fregare... :)


Ragazzi io vi saluto,
anche perché mi è venuta una gran sete!

venerdì 8 giugno 2012

Mimetiche

Ciao a tutti,
oggi parleremo di mimetiche, inserendo una breve descrizione, e un'immagine per le principali mimetiche in uso ai principali eserciti nel mondo.
Iniziamo con un pizzico di cultura, per poi addentrarci nello specifico di ogni mimetica.


"Un artista e zoologo americano, Abbott Thayer pubblicó un libro dal titolo Concealing colouration in the Animal Kingdom (traducibile in "colorazione nascosta nel regno animale"), che fu letto dai molti capi militari.

La psicologa Gestalt influenzó lo sviluppo della mimetizzazione, in quanto ci si domandava "Come fosse possibile che non si vedesse nulla?". Anche alcuni movimenti artistici contemporanei, come il cubismo, il vorticismo e impressionismo, influenzarono lo sviluppo del camuffamento, affrontando questioni sui contorni spezzati, sull'astrazione e sulla teoria del colore.

La Francia istituí un'apposita sezione per il camuffamento (Camouflage Department) ad Amiens nel 1915, diretto da Lucien-Victor Guirand de Scévola. Gli esperti, chiamati camoufleurs, erano per lo più pittori, scultori e artisti di teatro. Scévola inizió con la costruzione di un albero per l'osservazione, in acciaio con un camuffamento a mo' di corteccia, nel maggio del 1915. Tali alberi divennero popolari nelle truppe inglesi e francesi nel 1916. Il tipo di design a rete venne introdotto nel 1917, e ne furono utilizzati 7 milioni di metri quadrati entro la fine della guerra." [fonte: Wikipedia].



Vegetata Italiana



La policromia della vegetata italiana colpisce subito per i toni chiari dei colori e la forma frastagliata delle macchie dai colori nero, marrone, verde e una tonalità particolare molto chiara ottenuta dalla miscelazione di verde e marrone.
Il colore sopra descritto ben si adatta alla natura dei nostri terreni e la rende idonea a molti tipi di vegetazione, da quella estiva a quella invernale; riproducendo, in molti casi, addirittura i raggi del sole che penetrano nella vegetazione creando uno sgranamento della sagoma con l'effetto 3d, mimetizzandola perfettamente.

DPM Inglese


Adottato dai grandissimi royal marines commando, si adatta perfettamente alla vegetazione prevalentemente verde/scuro. Inizialmente utilizzata con pantaloni olive/drab è stata poi modificata adattando il pattern dei pantaloni a quello della giacca.
Il dpm è estremamente diffuso in vari paesi, che ne hanno modificato la tonalità di colori, per meglio adattarla alla flora locale.

Flecktarn Tedesco


Il mimetismo flektarn si discosta significativamente da quelli stile woodland o DPM, perché a differenza di larghe macchie di colore sovrapposte la Flektarn adotta delle macchie molto piccole, quasi dei punti di colore sovrapposti ad una base di colore diverso. I colori utilizzati sono 5: verde chiaro, grigio-verde, verde scuro, marrone-rossiccio e nero. La particolare tonalità di colori si adatta particolarmente alla stagione autunnale, quando i colori delle foglie tende al marrone/rosso.

Marpat Americana


Il MARPAT (MARine PATtern) è un particolare tipo di schema mimetico digitale in uso presso il Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Il Corpo dei Marines ha brevettato la colorazione MARPAT e le specifiche di fabbricazione delle uniformi e degli accessori che lo utilizzano; lo stesso nome "MARPAT" è un marchio registrato ed il logo del Corpo dei Marines è nascosto all'interno della trama per garantire l'originalità del prodotto.
Mimetismo digitale anti-IR, ovvero non rilevabile attraverso visori a infrarossi.
Tale mimetismo utilizza delle piccole microdisegnature, in contrapposizione alle grandi mimetiche tradizionali, che garantiscono una mimetizzazione maggiormente efficace. La teoria è che grandi macchie di colore con contorni netti sono più facili da vedere, mentre "sfumando" i bordi delle macchie, rende i contorni, e quindi gli oggetti, più difficili da distinguere.

Cadpat Canadese


Il CaDPat (Canadian Disruptive Pattern) è il nome dello schema mimetico in uso presso l'esercito canadese, ed il primo micromimetismo concepito. Fino all'introduzione del CaDPat, gli schemi mimetici erano basati su interpretazioni di processi naturali o addirittura creazioni artistiche. La comprensione di come effettivamente il mimetismo lavori nello spettro visivo ha permesso, tramite sofisticate elaborazioni al computer, la creazione di pattern in grado di massimizzare le qualità mimetiche in ogni ambiente.

Multicam


Il MultiCam è un moderno pattern mimetico sviluppato dalla Crye Associates in collaborazione con l'esercito degli Stati Uniti d'America, con la finalità di sostituire i vecchi pattern di tipo Woodland e Desert. Infatti, il pattern MultiCam ha la capacità di adattarsi ai diversi ambienti, apparendo sostanzialmente verde in zone intensamente vegetate e color sabbia in aree desertiche.
Il MultiCam è stato sviluppato studiando le modalità con cui l'occhio umano percepisce l'ambiente circostante. Il pattern è dato da uno sfondo costituito da grande chiazze di vari colori sfumate tra loro (tan-brown-verde chiaro) e da macchie più piccole (giallo-verdi, marrone chiaro) che interrompono i campi più grandi. Il risultato è che il profilo di un oggetto così colorato tende a fondersi con l'ambiente circostante, rendendo così difficile il riconoscimento della sua sagoma. Materiali all'avanguardia e studio dei colori lo rendono al momento il pattern "all-terrain" più prestante in commercio.

A-Tacs


Il mimetismo A-TACS è stato concepito come un modello universale, valido per una vasta gamma di ambienti operativi.
Sostituisce i pixel quadrati innaturali con pixel organici. Utilizza un processo brevettato e utilizza una tavolozza di colori naturali (campionati da elementi reali); un algoritmo matematico “scrive” i pixel e i colori  in modo da imitare la natura, il modello risultante, pur digitale, è molto più organica in apparenza.
Utilizza modelli più piccoli per creare forme più distinte progettate per lavorare a distanza. Le piccole forme sono utilizzate per creare più forme o forme più grandi. Queste sono organizzate senza un orientamento orizzontale o verticale. In questo modo il mimetismo A-TACS riesce a rompere efficacemente il profilo umano a grandi distanze in tal modo, riducendo al minimo l’effetto “blobbing”.
Col mimetismo A-TACS c’è un uso più efficace del colore producendo un migliore sistema di occultamento. Inoltre viene utilizzata una più ampia gamma di colori naturali mescolati tra loro. Il colore di base complessivo è stato progettato per l’utilizzo in ambienti aperti, rocciosi o arido; con l’aggiunta di altri colori, il mimetismo A-TACS è adattabile ai diversi scenari.


Spero che questa sorta di riepilogo delle mimetiche più utilizzate al mondo sia stato chiaro e di vostro gradimento.

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Quale mimetica preferite?
Vegetata Italiana
DPM Inglese
Flecktarn Tedesca
Marpat Americana
Cadpat Canadese
Multicam
A-Tacs



Stay Tuned!

sabato 2 giugno 2012

Caricatori monofilari e maggiorati

Ciao a tutti,
oggi parleremo di caricatori monofilari e maggiorati utilizzati nel mondo del softair. 

Partiamo con le definizioni:

CARICATORI MAGGIORATI: si tratta dei caricatori standard che solitamente vengono venduti assieme alle ASG ed hanno una capienza che oscilla tra i 200 e i 600 bb. In particolare, i caricatori da 300 bb, vengono adottati probabilmente da circa il 70% dei giocatori. 

CARICATORI MONOFILARI: si tratta di caricatori che contengono dai 30 ai 150 colpi. La loro capienza effettiva varia in base a marca e modello, e ne esistono numerose varianti intermedie (es.: 50 - 85 - 120 bb). Ad onor del vero, occorrerebbe un distinguo tra monofilari (30-50 bb) e bifilari (50 -150 bb), ma nel gerco comune, li si indica solitamente come monofilari.


Per un giocatore alle prime armi, la scoperta di questi caricatori "minorati", risulterà sicuramente una stranezza; che vantaggi può dare un caricatore con -se va bene- 1/3 dei colpi contenuti nei maggiorati?
Rispondendo con molta franchezza, quasi nessuno. 
Alcuni softgunners che li adoperano, vantano l'effettiva silenziosità dei caricatori monofilari, dato che i bb alloggiano in un unico canale e sono costantemente sospinti da una molla verso il foro d'uscita. Non si ha quindi il problema del caricatore mezzo scarico, con i pallini che risuonano come nacchere ad ogni passo nel bosco. Altro piccolo vantaggio dei monofilari, riguarda il non dover caricare la molla mediante la rotellina dentata

Tutto qui?
A livello tecnico, direi di si...  

In realtà i caricatori monofilari nel softair, hanno più che altro una grande forza simbolica. Sul loro utilizzo, poggia una "diversa" concezione di gioco, che probabilmente in un futuro non troppo lontano risulterà essere l'evoluzione del softair stesso.
L'uso dei caricatori monofilari, se riflettete, si sposa perfettamente con uno degli scopi principali del softair, ovvero simulare uno scenario bellico.
Il concetto è semplice: indossiamo mimetiche, zaini, jilet tattici, gps, elmetti e stivali... ma nella realtà, non esistono mica M4 con 300 proiettili!
Per questo motivo molti softgunners hanno deciso di adottare questi caricatori; per ottenere un'esperienza di gioco molto più simile alla realtà. 
Con l'utilizzo dei monofilari, è raro vedere scie di bb infinite che tagliano la foresta; diventa invece molto più adrenalinico il  gioco di squadra, fatto di coperture, movimenti sincronizzati e cambio del caricatore nel bel mezzo della giocata!
Ebbene si, se ci pensate, quante volte vi sarà capitato, durante un combat, di dover cambiare in fretta e furia il caricatore? :)

Detto ciò, credo che possiamo pacificamente affermare che i monofilari offrono -soprattutto ai softgunners veterani- un'esperienza di gioco forse più difficile, ma probabilmente anche più divertente.

Quindi da domani, tutti in negozio per acquistare i monofilari?
Fermi tutti, non è tutto oro quel che luccica; elenchiamo anche i "difetti" di questa differente concezione del gioco del softair.

COSTO ELEVATO: i caricatori monofilari costano quanto i maggiorati; il problema è che occorre comprarne di più per non rimanere senza munizioni nel bel mezzo del combat. Se con i maggiorati, potete anche presentarvi sul campo di battaglia con 2-3 caricatori, qui probabilmente occorre riempire ogni taschino del tattico.

PROCEDURA DI CARICAMENTO: i monofilari necessitano di un bb loader per essere caricati; la procedura risulta essere leggermente più complessa rispetto ai caricatori classici ed è quasi impossibile da fare nel furore dello scontro.

RATEO DI FUOCO: quasi tutte le ASG, sono costruite prevedendo l'utilizzo di caricatori maggiorati, e quelle dai motori più performanti, hanno un rateo di fuoco altissimo; parliamo anche di 20 o più bb sparati al secondo, in modalità raffica. Calcolatrice alla mano, un caricatore da 80 bb, sarebbe scarico dopo 4 secondi. 

MONOFILARE PER TUTTI: ovvio, ognuno è libero di giocare con ciò che desidera, ma forse prima di lanciarvi nell'utilizzo dei monofilari, cercate di coinvolgere anche il vostro club e magari anche i club con cui abitualmente vi allenate. Rischiereste solo di diventare un peso per il vostro team.

FOGLIE e HIGHLANDER: si calcola che mediamente occorrono 10 bb in modalità raffica per "superare" le foglie, correggere il tiro e colpire un nemico; se a questo ci aggiungiamo i giocatori un po' "duri", può risultare davvero insufficiente un monofilare.


Per concludere, i club e i giocatori che adottano questo sistema che avvicina sempre più il softair alla realtà, sembrano essere in aumento. Dove porterà questo "dibattito" tra monofilari e maggiorati difficilmente possiamo immaginarlo al momento. 
Attualmente, esistono già diversi club che giocano esclusivamente con monofilari e addirittura tornei in cui è obbligatorio l'uso di caricatori monofilari.

Insomma, il dibattito è aperto; non ci resta che attendere... e giocare! 


Voi cosa preferite?
Maggiorati
Monofilari


A presto!

venerdì 25 maggio 2012

Occhiali effetto specchio


Ciao a tutti,
oggi vi voglio sottoporre una tematica molto particolare di cui sono stato attore/testimone domenica scorsa durante una gara.


I miei "commilitoni" mentre giocavamo, mi hanno fatto notare che i miei occhiali neri a specchio, non vanno bene, in quanto l'effetto specchio aumenterebbe il fattore visibilità. Dico aumenterebbe perchè, guardano il servizio fotografico fatto durante la gara,
mi sono accorto di come i miei occhiali a specchio siano molto più "mimetici" di quelli "normali".
Vi spiego perchè.


Tutto parte dal concetto base del mimetismo, e nello specifico, del mimetismo facciale.
Il trucco per mimetizzare bene il viso è quello di creare dei falsi punti di profondità, attraverso colori scuri, che spezzino la figura "conosciuta" del viso.


Così come il nostro cervello ricerca le figure peculiari del viso umano, cosi durante i nostri game andiamo a cercare le figure peculiari degli occhiali
balistici.


Gli occhiali neri tradizionali (no effetto specchio), disegnano sulla faccia una figura assolutamente riconoscibile, una specie di 8 nero, tipico degli occhiali.
Cosa succede invece con gli occhiali a specchio? Le figure che ci circondano vengono proiettate e quindi riflesse dagli occhiali.
Chi ci guarda, sul nostro viso, non noterà una macchia a forma di 8 nero, bensì vedrà il bosco riflesso nei nostri occhiali.
Questo effetto confonde molto la vista dell'osservatore, rendendo irriconoscibile un viso, su ciò di fatto viene proiettata una porzione della vegetazione
che ci circonda.




Voglio fare una precisazione. L'effetto è possibile e davvero apprezzabile, solo, in una fitta boscaglia, in cui i raggi di sole arrivano a malapena.
I raggi di sole, che colpiscono gli occhiali a specchio vi renderanno visibili a chilometri di distanza.
Io sono riuscito ad ottenere un ottimo effetto (di non riflessione) anche sotto il solo utilizzando un cappello jungle che di fatto non permette ai raggi solari
di arrivare diretti sulle lenti.


Detto questo.. voi cosa ne pensate?

Siete d'accordo con la nostra teoria?
Si
No



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Stay tuned !!

lunedì 21 maggio 2012

Giornalisti della domenica

Buongiorno a tutti, 
quest'oggi purtroppo mi vedo costretto a scrivere un post "politico", anziché i soliti consigli sul softair. 
Chiedo scusa fin da ora per l'eccessiva lunghezza del post, ma si è rivelata necessaria!


INTRODUZIONE
Alcuni giorni fa, il giornalista Gianni Lannes ha riportato sul suo blog un primo articolo di quantomeno dubbia veridicità sul mondo del softair, riproposto anche sul sito Informare X Resistere (onde evitare eventuali modifiche post-critiche da parte dell'autore, mi son preso anche la briga di salvare il suo post come immagine) . 
Il suddetto articolo, rimbalzato sul forum più letto dai softgunner italiani, ha subito prodotto una valanga di commenti contro l'autore, richieste di rettifiche e a suo dire offese e minacce.


LE GAFFE TECNICHE SUL SOFTAIR
Partiamo quindi con l'analizzare il perché Gianni Lannes è stato prima di tutto accusato di palese ignoranza sul mondo del softair, perdendo immediatamente credibilità come giornalista agli occhi dei praticanti (e non). 
Ecco servita la carrellata dei suoi grossolani errori che ho personalmente evidenziato in rosso:




Quindi, ricapitolando, secondo Lannes i softgunners usano armi che sparano a 70 metri rendendo necessarie le cure in ospedale e, se si finiscono i colpi, si pratica un po' di lotta greco-romana per vedere chi la spunta. Oltre all'evidente masochismo dei softgunner e gli ospedali che brulicherebbero di feriti ogni santa domenica, è anche evidente che si tratta di uno sport praticato da milionari, date le attrezzature che si utilizzano...
Per gli ignoranti in materia, che magari hanno creduto all'articolo di Gianni Lannes, spieghiamo come funziona il softair:

  1. gli scontri corpo a corpo non esistono, anzi sono espressamente vietati;
  2. a distanze ravvicinate non ci si spara, ma si dichiara colpito l'avversario, che lo accetta di buon grado;
  3. esclusa la protezione agli occhi obbligatoria, un softgunner potrebbe anche giocare nudo se lo volesse;
  4. tutte le repliche di armi usate hanno una potenza inferiore ad 1 joule, e data la leggerezza del colpo, quest'ultimo difficilmete supera i 40 metri (soprattutto in un bosco con alberi e foglie);
  5. superkurz è un termine che non conosce neppure google; le repliche hanno prezzi che variano dai 100 a più di 1000 euro ed ogni giocatore sceglie liberamente quanto spendere;
  6. computer microscopici, telerilevatori e puntatori frontali sono parole dette a caso, ma si usano bussole e rilevatori gps (usati dalla protezione civile, dai raccoglitori di funghi e dagli escursionisti);
  7. in alcuni tornei, a pagamento, è stata simulata un'incursione con l'utilizzo di elicotteri; parapendio o tuffo da una scogliera non credo venga praticato, dato che un'arma elettrica a contatto con l'acqua non funzionerebbe più.

LA TATTICA DI LANNES
Spiegati gli strafalcioni tecnici commessi del giornalista avverso al softair e dedotto che l'autore non ha mai giocato una partita, passiamo ad analizzare la tattica usata dal suddetto nella stesura del suo articolo. Basta poco per capire che Gianni Lannes nel suo post, altro non fa che "cercare alleati", affinché si schierino al suo fianco contro il mondo dei softgunners. Ed è proprio questa la parte più rivoltante da leggere e che a mio dire, esige delle scuse, se non verso i praticanti del softair, quantomeno verso i suoi lettori. 

- Il traffico di armi
L'articolo, per generare clamore e interesse, nelle prime righe parla di un pacco rinvenuto a Fiumicino contenente mine anti uomo, filo ed esploditori, munizioni per carri armati ed altro ancora.
Ebbene, cercando l'articolo online, ho scoperto che si tratta di una notizia del gennaio 2004.


Quindi, Gianni Lannes, sfrutta una notizia vecchia 8 anni per attirare lettori e poi partire con l'attacco al mondo del softair. 

- Nazismo, USA e guerrafondai
Poche righe dopo, parlando delle origini del softair, l'autore snocciola una "casuale" vicinanza tra le parole Stati Uniti e guerrafondai, e poco dopo paramilitari neonazisti. Peccato che sulla wikipedia, degli USA non se ne parli... 
Sarà stato un errore? un caso? O solo un po' di pepe per i lettori anti-americani che frequentano il suo blog? 



- Ospedali pieni e ferimenti gratuiti
Affibbiate le etichette di nazifascisti, sui softgunners piombano anche quelle di procuratori di ferimenti, anche mortali, che la "setta dei finti armaioli" riesce addirittura a camuffare come incidenti; questi "soldati della domenica", sembrano avere addirittura più potere degli agenti della CIA. 


Chiariamo subito:
  1. i carabinieri di zona conoscono sempre luogo e data delle partite;
  2. le aree di gioco e i sentieri che portano ad esse, sono delimitate da cartelli di avvertimento;
  3. la gente comune che si muovono nei boschi spesso indossa abiti appariscenti e il gioco viene immediatamente interrotto - anche attraverso comunicati via radio-;
  4. onde evitare interruzioni, gli stessi softgunners giocano in aree ben lontane da campeggi o altro; 
  5. credo sia a dir poco improbabile incrociare bambini soli che vagano nei boschi, e addirittura ferirli.
Riguardo al tragico incidente di Francesco Solofrizzi, le testate giornalistiche riportano che è scivolato su una zattera nei pressi di un fiume, annegando forse anche a causa del peso dell'abbigliamento militare che indossava; di sicuro non è stato un colpo di pochi grammi a togliergli la vita.
Siamo quindi di fronte ad un palese atto di disinformazione?
E quanti normali bagnanti ogni anno perdono la vita sulle rive di fiumi, laghi e mari? 
E quanti piloti, calciatori, sciatori, surfisti ecc. perdono la vita durante eventi sportivi in cui vengono anche ricoperti da montagne di soldi?
La morte di uno sportivo è sempre una tragedia, e riesumarne il ricordo per collegarlo in modo fazioso ad un'accusa contro la categoria a cui lo stesso sportivo apparteneva credo sia un atto indefinibile.

- Gli ambientalisti e i terremotati
Ma andiamo avanti, perché il vortice di bufale non si ferma di certo qui; dopo qualche battuta, Lannes tira in ballo anche la natura, le riserve protette e i paesi abbandonati dopo il terremoto in Abruzzo. Obbiettivo? Forse colpire al cuore gli ambientalisti e i terremotati finiti sul suo post. Leggiamo cosa dice: 


Facciamo chiarezza:
  1. Le partite si svolgono su terreni privati o su terreni pubblici di cui si ha la concessione ricevuta dal comune e se un club o gruppo di giocatori non rispetta queste regole è perseguibile penalmente.
  2. Dato che dei privati credo non possiedano riserve naturali protette, i permessi a giocare nelle stesse devono arrivare dagli enti che le riserve le gestiscono -cosa alquanto improbabile-.
  3. Per le aree abbandonate dopo il terremoto, vale quanto detto al punto 1.
  4. I colpi utilizzati sono di materiale biodegradabile.
  5. Nel gioco del softair, è fondamentale il silenzio, quindi il disturbo della fauna è minimo.
- Mercenari e Israele
Pensate che le accuse siano finalmente terminate? No anzi, tanto per attirare qualche pacifista anti-israeliano in più, il nostro Lannes ci parla di non precisati softgunners, divenuti dopo qualche corso di addestramento in Isreale, dei contractors provetti. Leggiamo:


Tanto per essere pignoli: 
  1. Executive outcomes è una società di contractors chiusa nel 1998;
  2. Cercando su internet qualcosa su Rafael Eitan e Rehavam Zeevi associati al softair si trovano solo gli articoli di Lannes;
  3. Addestramenti clandestini all'uso delle armi... in Svizzera? Non stiamo mica parlando di "lupi solitari" che si imboscano nelle cave abbandonate e sparano un po' di colpi, anziché andare al poligono di tiro?
  4. La parte in verde è una frase che sembra tratta dal sito web di un club di Softair, ma di cui non vi è traccia nel web.
Insomma, un bel minestrone a quanto pare cucinato ad arte per fondere problematiche di gravità internazionale con i softgunners. 
Ma voi, credete davvero che società di mercenari, assumano ragazzetti che giocano di tanto in tanto con fucili giocattolo nei boschi toscani, per mandarli in Iraq o Afganistan?



CONCLUSIONI
Quali fossero gli obbiettivi di Gianni Lannes non è tutt'oggi molto chiaro.
- Aumentare gli accessi del suo blog e del suo portale?
- Registrare il record di commenti, per cercare tra essi la prova dell'esistenza di fanatici tra i softgunners?
- Ricevere buste di pallini biodegradabili come messaggio intimidatorio?
- Definire noioso il softair -anche se non ci ha mai giocato-?

Sinceramente, credo che pochi l'abbiano capito, anche dopo aver letto il suo secondo post sull'argomento.

Io personalmente dico e credo che, i club di softair facciano tanto per la collettività, anche più degli sport comunemente praticati. 
Il legame che si crea tra i giocatori e la sportività alla base stessa del gioco è qualcosa che difficilmente ho visto in altre realtà sportive.
L'attenzione verso l'ambiente in cui si gioca e i materiali utilizzati è altissima e sempre volta alla ricerca del minor impatto ambientale.
I ricavati dei tornei vengono spesso donati in beneficenza come contropartita per la concessione dei terreni.
Al termine delle partite, non ci sono serate in tv con processi sportivi, ma un panino tutti assieme ed un "grazie, arrivederci e alla prossima". 

Mi sembra scontato che, come in tutti gli sport, si possano trovare soggetti "deviati", ma è compito dei club e della comunità dei giocatori escluderli (e questo avviene).
Mi sembra altresì scontato che, anche nel softair, possano verificarsi incidenti di diversa entità, ma non è di certo l'unico sport ad averli e di sicuro non ne ha il numero maggiore. 

Per finire, mi sono permesso di scrivere questo post per rispondere a pesanti attacchi e soprattutto pesanti errori figli dell'ignoranza che favoriscono la creazione di falsi miti.

Rispetto in ogni caso l'idea di chi non approva questo sport, come c'è chi non approva le gare automobilistiche o i giocatori di calcio strapagati, i videogames o i film di guerra. 

Garantisco inoltre che non mancherò di approvare commenti al mio articolo anche se contrari alle mie idee, cosa che invece, qualcuno che inneggia alla libertà di pensiero ed espressione e alla democrazia, si è "dimenticato" di fare. 

Prima di salutarvi, ringrazio la redazione del sito informare per resistere, per il passo indietro fatto verso il mondo del softair che trovate a questo link.




mercoledì 16 maggio 2012

Nozioni base sul mimetismo

Salve a tutti,
oggi parleremo di quelle che sono le nozioni fondamentali da conoscere sulla tematica del mimetismo e della mimetizzazione in generale.


Definizione Wikipedia di MIMETISMO:


"Con mimetismo si intende la capacità di ingannare per trarne un vantaggio evolutivo, che può essere:


  • nascondersi da un predatore confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale (mimetismo criptico difensivo);
  • nascondersi alla preda durante l'avvicinamento, confondendosi cromaticamente nello sfondo ambientale (mimetismo criptico offensivo)."


Il camuffamento o mimetismo è quella pratica, adottata principalmente in ambito militare, volta a dissimulare o nascondere la presenza di veicoli o di persone al nemico.


I fattori che vengono presi in considerazione quando si camuffa un oggetto sono tre: colore, brillantezza e forma. Un oggetto camuffato deve avere un colore il più possibile somigliante a quello dell'ambiente in cui si trova, le superfici riflettenti devono essere coperte o brunite in modo da evitare riflessi luminosi e la forma deve essere dissimulata, ad esempio mediante l'applicazione di strisce di stoffa irregolari, in modo che si confonda con lo sfondo della vegetazione e l'identificazione dell'oggetto da una certa distanza risulti assai difficile.


Quando dovete mimetizzarvi, ricordate che alcune forme sono peculiari dell'essere umano. Il nemico cercherà queste forme. Le forme di un cappello, un elmetto o degli anfibi possono farvi scoprire. Spezzate il vostro profilo inserendo piccole quantità di vegetazione prese dall'ambiente in cui vi trovate nel vostro equipaggiamento. Cercate di ridurre ogni riflesso della pelle. Simulate i pattern circostanti.


Attenzione ai luccichii. Non appena la pelle vi diviene oleosa, diventa anche brillante. Anche le parti metalliche sverniciate dell'equipaggiamento risultano brillanti, come gli oggetti verniciati con colore lucido. Oggetti di vetro come specchi, bicchieri, vetri, binocoli o cannocchiali riflettono la luce. Dovete sempre coprire questi oggetti quando non li utilizzate. Tutto ciò che brilla, automaticamente suscita attenzione e può farvi localizzare.


Il camo facciale (trucco) viene invece spesso sottovalutato e poco praticato.
Lo scopo principale del camo facciale è, oltre a colorare, anche spezzare le linee immediatamente riconoscibili del viso, nonché unica parte rosea del corpo non nascosta da tessuto mimetico -per le persone di colore il problema è di minore gravità-.
L'obbiettivo è quello di dare un senso di falsa profondità a parti del vostro viso, tramite l'utilizzo di colori scuri sulle zone più esposte o sporgenti. Applicate del marrone subito sulla T del viso, formata dalla linea delle sopracciglia ed il naso, immediatamente nella zona centrale della fronte, sugli zigomi, e sul mento. Intorno applicherete il verde arrivando fino al collo; importanti da colorare sono anche le orecchie: dietro ed all'interno, e le palpebre che in molti spesso si dimenticano. Per finire basterà aggiungere due o tre linee obblique di nero per spezzare la figura e farla sembrare su piani differenti.
Ricordatevi che il camo facciale si rovina con il sudore, quindi se state affrontando un torneo di lunga durata, non dimenticate assolutamente i colori in macchina, poichè potrebbero tornarvi utili.


Infine, parliamo brevemente dei movimenti e della posizione del corpo.
Fin dal primo combat vi si insegna a rimanere immobili se non si vuole esser visti dai nemici; ebbene, l'occhio umano, in un contesto ricco di vegetazione, con grandissima difficoltà riuscirebbe a riconoscere una sagoma umana mimetizzata ed immobile. Al contrario, un piccolo movimento non simile al normale "pulsare" del bosco, vi farà individuare in meno di un secondo. Sarete come una nota stonata e improvvisa durante un brano musicale che conoscete a memoria. Per questo si raccomandano movimenti poco bruschi, soprattutto in fase di avvicinamento all'OBJ.
Altro aspetto fondamentale, è la posizione da tenere durante il presidio di un OBJ o l'attacco. La posizione che ovviamente in fase difensiva, inizialmente vi espone pochissimo ai radar dei nemici, è quella da sdraiati; alle volte, anche senza particolari accorgimenti, potrete risultare addirittura introvabili!
Stando invece leggermente ricurvi o in piedi, e magari marciando, sarete sagome facilmente individuabili dall'occhio umano, quindi più esposti all'essere scoperti. Qui entra in gioco la bravura del softgunner ed un pizzico di fortuna, ma se possibile, cercate di muovermi sempre in silenzio e lentezza.
E occhio ai rami secchi.


Approfondiremo questo argomento con maggiori nozioni teoriche e risultati di test scientifici sulle varie mimetiche nelle prossime settimane.


Stay Tuned!

sabato 5 maggio 2012

Protezioni per il viso

Ciao a tutti,
più volte abbiamo parlato della protezione fondamentale da indossare durante le gare di softair, ovvero gli occhiali.


Molti softgunners alle prime armi però, arrivano a chiedersi se è necessario estendere la protezione anche al resto del viso.
La domanda ce la si pone di solito ascoltando le leggende dei veterani su gente sfigurata dai BB, oppure ricevendo i primi colpi "sulle gengive"...


E' quindi davvero importante usare una maschera da softair a protezione di viso e bocca?


Personalmente, per alcuni mesi, ho usato il metodo: "bocca chiusa e spara", ma...
Ma ho scoperto a mie spese (e che spese) che un BB può rompere un dente, o anche un paio di incisivi, dipende da come e dove colpisce.


Alcuni di voi diranno: "eh ma io tengo sempre la bocca bella chiusa"...
Ragazzi... a volte verrete colpiti da fuoco amico, o da una raffica in pieno volto... insomma, la sfiga è sempre dietro l'angolo e pronta ad inchiappettarvi nei modi più impensabili. Di accadere, vi può accadere... non siate ingenui e non credetevi immuni.


Soluzioni quindi?


Ovviamente, continuare a rischiare... Oppure scegliere una tra le seguenti tipologie di maschere:




MASCHERA IN NEOPRENE: 
è una maschera fatta in materiale plastico-spugnoso, leggerissima, perfetta per avvolgere la parte bassa del viso.
PRO: Leggera e poco ingombrante, ottima soprattutto d'inverno. I piccoli fori all'altezza di bocca e narici consentono una discreta traspirazione
CONTRO: Molti la reputano inutile dato lo scarso spessore; finito l'inverno è impossibile da indossare.








MASCHERA IN RETE METALLICA:
realizzata con lo stesso materiale delle classiche maschere per gli occhi, offre una copertura perfetta sulla parte bassa del viso; sul mercato sono sostanzialmente presenti due modelli differenti, aventi solo l'attaccatura posteriore realizzata secondo logiche diverse. Un modello possiede un solo velcro che si aggancia dietro la nuca, mentre l'altro è dotato di un secondo velcro che passa sopra la testa, col fine di distribuire meglio il peso ed estende la protezione anche alle orecchie.
PRO: Consente una respirazione perfetta al softgunner; modellata rispettando le forme del volto umano, impedisce qualsiasi impatto con i BB. 
CONTRO: Può provocare fastidio al naso se, per la protezione degli occhi si indossa la maschera stile sciatore; se portate anche gli occhiali da vista, può risultare insopportabile il dolore che avvertirete al naso, specialmente con il modello da un solo velcro.



MASCHERA SOLUZIONE  "FAI DA TE":
probabilmente il compromesso migliore tra agilità e robustezza, sono queste ingegnose soluzioni fatte in casa da alcuni softgunners. Vi riportiamo il link di softairmania per scoprire come realizzare alcune delle varianti più gettonate.
PRO: meno ingombranti delle maschere a rete e più robuste della maschera in neoprene, sono agganciate alla parte inferiore dell'occhiale e non necessitano di ulteriori velcri da applicare attorno alla testa.
CONTRO: occorre una certa dimestichezza con il "fai da te" per evitare di produrre un lavoro fragile e pericoloso per la vostra incolumità.



MASCHERE INTEGRALI
più scenografiche che utili, spesso abbandonate dai softgunners dopo il primo utilizzo.
PRO: utilizzabili quasi esclusivamente nelle gare in urban
CONTRO: in un attimo vi sembrerà di essere in una sauna, perfino nel periodo invernale; inutilizzabili. Forse più adatte per halloween che per il softair. 




Ultimo consiglio? Ovviamente se ne avete la possibilità, provate le varie soluzioni prima di procedere con l'acquisto... e comunque, parere mio, meglio spendere 10 euro di maschera che 200 di dentista!!! :)


A presto!!!

martedì 24 aprile 2012

Primo ASG! cosa fare?

Ciao a tutti,
oggi parleremo di quelle che sono le procedure basilari di manutenzione da rispettare -o almeno tenere in considerazione- quando si acquista una nuova ASG.

BATTERIA
Iniziamo con il dire una cosa forse scontatissima... ma specificarla non fa mai male:
ricordate di scollegare la batteria dai circuiti una volta terminate le giocate! Lasciare la batteria collegata al fucile, per una... due settimane... può provocare la bruciatura dei circuiti interni!!!

PULIZIA ASG
Per quanto riguarda la pulizia dell'arma, resta un po' a voi il decidere se mantenere l'effetto "sporco", o se preferite lucidarla esternamente; parere mio, cacciar via un po' di polvere non fa mai male.

Per la pulizia della canna, troverete quasi certamente un'asticella apposita nella confezione dell'ASG; alcuni softgunner però ne sconsigliano l'utilizzo, in quanto si rischia di spingere semplicemente lo sporco verso gli ingranaggi interni del fucile. La soluzione sarebbe "smontare la canna", ma così molto probabilmente perdereste la garanzia...

Per le parti interne dell'ASG, c'è chi abitualmente utilizza lubrificanti vari per oleare meglio gli ingranaggi... chi invece dopo aver comprato cinesate, le ripulisce dal grasso di bambu cosparso all'interno.  Dipende da voi, dai vostri budget e dalle vostre competenze elettro-meccaniche; ricordate però che aprendo il fucile, perdete la garanzia!

COMPORTAMENTI DA EVITARE
Evitate di "sparare" troppe volte senza caricatore inserito... se il motorino interno gira a vuoto, alla lunga può rovinarsi.

Se la vostra ASG è una low cost, cercate di evitare l'utilizzo eccessivo del colpo singolo.
Perché questo? perché il fucile si aziona mediante la chiusura di un circuito elettrico, e il grilletto funge da "interruttore".
Ovviamente, una ASG low cost, ha un costo ridotto proprio perché è fatta con materiali più economici; usando l'ASG in colpo singolo quindi, non farete altro che aprire e chiudere continuamente il circuito elettrico, creando per alcune frazioni di secondo troppa vicinanza -senza contatto- tra i due estremi del circuito. Questa "vicinanza" provocherà quindi delle scintille, o addirittura un arco elettrico, con conseguente bruciatura e ossidazione delle due estremità del circuito.
Risutato: l'ASG avrà improvvisamente un grilletto "meno sensibile"; poi inizierà a funzionare a singhiozzo e vi saliranno gastrite e palpitazioni!
Rimedio: ripararlo o portarlo in riparazione...

Nelle fasi di gioco, soprattutto se si è ai primi combat, un sofgunner pivello tende a tenere il dito sul grilletto e premerlo lievemente, mentre aspetta il "momento buono" per far fuoco.
Questo comportamento che sarebbe senza conseguenze per un'arma  in un contesto reale, rovina invece pesantemente l'ASG, in quanto si va a creare per un lungo lasso di tempo un arco elettrico -o scintille- tra le estremità che chiudono il circuito intero del fucile, una volta premuto il grilletto.
Quindi consiglio, togliete il dito dal grilletto se non dovete sparare!

Ovviamente, anche se full-metal, è sensato maneggiare le ASG con cura, evitando il più possibile urti, cadute e scossoni.
Costano tanto, ma son pur sempre giocattoli.

Infine, attenti all'acqua... si tratta pur sempre di circuiti elettrici!!!
Occhio quindi alla pioggia (soprattutto se intensa) e alle bottiglie d'acqua presenti nei paraggi della vostra ASG.


L'ASG HA SMESSO DI FUNZIONARE
Prima o poi, anche i migliori e più fidati fucili vi abbandoneranno.
Che fare quindi, oltre a far tremare le vostre gambe dalla paura di dover sborsare chissà quanto in riparazioni?!

Innanzitutto, se non avete ascoltato un rumore strano, simile alla frizione che gracchia quando la retromarcia dell'auto non si è inserita, respirate e rilassatevi. Il motorino non ha sgranato...

Uno dei problemi più comuni all'inizio è l'improvvisa "morte" dell'ASG; spesso questo inconveniente è causato da un connettore allentato o di un cavo che si è staccato.
Potrà essere l'estremità del filo che si aggancia alle batterie -in quel caso pressate lo spinotto- o il cavo che porta corrente al motorino -in quel caso, aprire e riparare-; starà a voi indagare per capire cos'è; in generale capita... colpa degli urti e delle vibrazioni a cui i fucili sono sottoposti.

L'ASG sembra funzionare bene, ma non pesca i pallini... dove guardare?
Innanzitutto, occhio a non infilare gli occhi nella canna... non si sa mai...
Se i colpi non partono, possono essersi incastrati all'interno, o probabilmente il caricatore non spinge più i pallini tramite la molla; il trucco in questo caso e come in tanti altri casi, è provare a sostituire i pezzi che sospettiamo difettosi con altri funzionanti... e testare la reazione del paziente.

Ogni due tre colpi, me ne cade qualcuno sui piedi... di che si tratta?
Probabilmente c'è l'hopup disallineato...
Altrimenti si tratta di qualcosa di "leggermente" più grave, ovvero guasti sullo spingipallino o alla guarnizione interna...


Spero di aver elencato un po' di nozioni basilari che è necessario conoscere quando si acquista un ASG per la prima volta...

Ciaooo!!




lunedì 16 aprile 2012

M4 Lonestar Border Patrol


Ciao a tutti,
oggi proveremo a recensire sicuramente il miglior fucile, per rapporto qualità prezzo, volto ai principianti, intenti nell'acquisto della loro prima ASG.
Parliamo del Lonestar Border Patrol, della Evolution AirSoft.
Sia io (Mav) che il mio collega (Walker) siamo in possesso di questo fucile (con nostra grande soddisfazione),quindi la recensione sarà molto improntata sull'esperienza personale.Ma prima delle considerazioni vediamo un po di caratteristiche tecniche.



CARATTERISTICHE:

  • COSTRUZIONE FULL METAL 
  • LOGO REALE SU LICENZA 
  • BOLT CATCH FUNZIONANTE
  • HOP UP IN METALLO CON O-RINGS 
  • CANNA ESTERNA IN PEZZO UNICO IN ALLUMINIO 
  • PARAMANO IN NYLON RINFORZATO CON SCUDI TERMICI IN METALLO
  • METAL BODY, CALCIO E SPEGNIFIAMMA CON COLORAZIONE DELL’ARMA VERA


SPECIFICHE TECNICHE:

  • CARICATORE DA 300BB 
  • GEARBOX RINFORZATO 
  • INGRANAGGI IN ACCIACIO CON CUSCINETTI A SFERE 
  • MOLLA A PASSO VARIABILE DI COLORE NERO 
  • SECTOR GEAR CON DELAYER CAM 
  • TAPPET PLATE RINFORZATO 
  • CONTATTI GRILLETTO E CAVI DI ALTA QUALITÀ 
  • PISTONE RINFORZATO CON TESTA ANTI VUOTO






Adesso passiamo alle impressioni.



  • Prezzo: 150-180€ a discrezione del rivenditore.
  • Il fucile si presenta molto solido, robusto, senza giochi o traballamenti di alcun tipo.
  • Il tiro è teso e lungo (circa 45 mt), l'hop up è millimetrico, e di facile regolazione.
  • Il motore è di velocità media, nulla di esaltante, farà una media di 15bb al secondo.
  • Il tiro è molto preciso; fino a 20mt la rosata di tiro è davvero stretta.
  • La batteria si alloggia nel paramano anteriore; consiglio una 9,6v 1600mha, per calcio crane (quella a 2 tubi per capirci).
  • La meccanica del fucile è affidabilissima (King Arms), e il fucile rientra nel Joule, cosi come comprato, quindi non dovrete metterci le mani. 

E' ready to play!


Unico piccolissimo difetto (ma non meccanico): è leggermente pesante. Nelle gare di lunga durata (24h) può causare maggiore stanchezza (anche se in giro c'è di peggio)... quindi dotatevi di una cinghia ;-)


Stay tuned!